I bambini e le regole

I bambini sono in grado di capire che “no” significa “Smettila di comportarti in questo modo” almeno dai 9 mesi di vita. Però, la capacità di dire no diventa particolarmente importante dopo i 2 anni, poiché imparano a muoversi in modo autonomo nell’ambiente che li circonda e possono andare incontro a molti pericoli. Ora che hanno cominciato ad esplorare il mondo intorno a sé, non sono troppo piccoli per capire che quando l’adulto dice “no” con un certo tono di voce, possono aspettarsi conseguenze negative. Non è mai troppo tardi per modificare il proprio comportamento e modalità comunicativa. Tuttavia, i genitori devono ricordare che cambiare il proprio modo di porsi nei confronti dei propri figli diventa tanto più difficile quanto più aspettano. Se il vostro bambino di 2-3 anni ha imparato che può fidarsi di ciò che dite, ovvero che può credere alle vostre promesse come alle vostre minacce, avrete meno problemi a comunicare con lui quando crescerà.

Ma perchè è così importante dare regole ai bambini? Per prima cosa, perchè osservando la reazione che hanno i genitori davanti alla disubbidienza, il bambino apprende un modello, che poi gli sarà utile nella vita di tutti i giorni. Le regole servono anche al bambino per farlo sentire al sicuro e protetto da un adulto che non si fa dominare. Un terzo motivo per cui è importante dare limiti è che quest’ultimi aiutano a sviluppare le proprie risorse. Se qualcuno fa tutto il lavoro, soddisfa ogni capriccio, il bambino diventerà più debole e sempre più incapace di sopportare la frustrazione. Ogni limite, quindi, è anche un’occasione di crescita per il bambino poiché, se riesce a superare la frustrazione, questo sarà un primo passo verso la fiducia nella propria capacità di superare le difficoltà. Infine, attraverso le regole, il bambino impara anche che a volte è necessario aspettare o rinunciare e, quindi, ad essere flessibile e paziente, a cercare delle alternative, a essere creativo.

Perché può essere difficile dire “no”? Sappiamo tutti che non è bello discutere, ma a volte il ruolo di genitori, educatori, nonni, cioè persone importanti coinvolte nell’educazione dei bambini, ci chiede di imporre delle proibizioni. Ma perchè a volte è difficile dire di “no”? A volte questo accade perchè l’adulto non ha pensato ad una punizione efficace e far notare al bambino il suo cattivo comportamento può non produrre nessun effetto. In alcuni casi può accadere perchè gli adulti vogliono evitare gli errori fatti dai propri genitori e non ricorrere agli stessi comportamenti. Un altro motivo è legato al fatto che verso la fine della giornata sia a scuola che a casa sia i genitori che i bambini sono stanchi. Questi sono i momenti in cui i bambini fanno più capricci e gli adulti non hanno tutte le energie necessarie per sostenere i propri “no” e questo crea tensioni tra loro. Ricordate che la stanchezza è un elemento critico del rapporto che può determinare la nascita di discussioni. Altre volte capita di avere dei sensi di colpa nei confronti dei figli perché pensiamo di non passare sufficientemente tempo con loro o per diversi altri motivi. Quest’emozione è, di solito, più forte nelle mamme che la possono vivere come un tormento. Spesso, però, è infondato ed importante controllarlo o fare in modo che non influenzi l’educazione data ai figli, soprattutto quando è necessario dire di “no”.

Quali aspetti da considerare quando si danno le regole? Quando si parla di scegliere la disciplina da dare ai bambini bisogna sempre tenere in considerazione due aspetti che in assoluto la influenzano: il temperamento del bambino e la coerenza tra i genitori. I bambini sono diversi nel loro modo di reagire all’ambiente esterno: alcuni hanno la capacità di mantenere a lungo l’attenzione e la perseveranza, mentre altri sono più facilmente distraibili; alcuni bambini sono timidi altri audaci, alcuni si adattano facilmente altri meno alle nuove situazioni. Inoltre, i bambini sono diversi nel tipo di umore che manifestano e nell’intensità delle sue reazioni. A seconda di come un bambino è, sarà necessario adattare la modalità di presentare le regole.

Infine, un aspetto importante quando si parla delle regole da dare ai bambini è rappresentato dall’accordo tra i genitori per decidere ciò il bambino può o non può fare. Per evitare di sentire dai figli frasi come: “Ma il papà mi lascia….” oppure: “Ma per la mamma non è un problema se…” è fondamentale che i partner trovino un accordo per gestire le situazioni in cui sono in disaccordo per quanto riguarda limiti e punizioni.

Dr.ssa Sara Bernardelli

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Informazioni su Redazione

Responsabile di Redazione e Curatore del Blog www.cognitivismo.com Psicologo e Psicoterapeuta, libero professionista, Didatta SITCC (Società Italiana Terapia Comportamentale e Cognitiva) e dal 2009 Consigliere nel Comitato Direttivo Nazionale Socio Fondatore SIPC (Società Italiana Psicoterapeuti Cognitivisti) Membro del Comitato di Redazione delle Riviste “Cognitivismo Clinico” e "Ricerca in Psicoterapia" Membro dell'Equipe per l'Età Evolutiva APC-SPC Professore a contratto presso la Facoltà di Psicologia 1 - Università di Roma "La Sapienza", insegnamento "Modelli cognitivi nell'applicazione clinica" Tutor presso il Corso di Laurea in Scienze Psicologiche, per l'insegnamento di "Psicologia Clinica", Facoltà di Psicologia 2, Università di Roma "La Sapienza" Cultore della materia presso la Facoltà di Psicologia 2 - Università di Roma "La Sapienza", insegnamento "Psicologia Clinica"

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